UN SUGGERIMENTO DEI SOCIALISTI

L’onnipresente, loquace S.E. Sen. MATTEO SALVINI al facile slogan, nulla aggiunge.

Per la verità nemmeno autorevoli giornalisti e politici nuovi e vecchi provano a dire qualche cosa (salvo poche eccezioni – ad. Es. Mario Tozzi, Maurizio Molinari, Andrea Illy).

Ci provano una piccola federazione di un Partito con grande storia, il PSI di Forlì.

Visto che nel prossimo futuro si stimano 240 milioni di migranti dal Sud al Nord del mondo, occorre puntare sullo sviluppo sostenibile per affrontare nel medio/lungo periodo la questione alla radice e togliere a S.E. Sen. MATTEO SALVINI FACILI BATTUTE, che però incantano i creduloni nostrani (già accaduto 97 anni fa).

Sviluppo sostenibile presuppone, tra l’altro, fermare il deserto del SAHARA ed investimenti mirati.

La grande muraglia verde

Parliamo quindi in estrema sintesi della GRANDE MURAGLIA VERDE e della BANCA MONDIALE.

Il progetto “La grande muraglia verde” è stato creato nel 2007 dall’Unione africana e lanciato l’anno successivo; prevede di piantare alberi in 12 milioni di ettari, una strisci lunga 7.700 chilometri e larga 15, che si estende dal Senegal fino a Gibuti e attraversa 11 Paesi.

Ogni anno il deserto avanza di 2 km, causando una perdita annuale di circa 2 milioni di ettari di zone verdi: la barriera vegetale dovrebbe essere in grado di bloccare venti e sabbia provenienti dal deserto e allo stesso tempo migliorare il qualità dei terreni. Dovrebbe riuscire ad assorbire 250 milioni di tonnellate l’anno di CO2, creare 350.000 posti di lavoro e dare cibo a 20 milioni di persone.

Progetto “Grande muraglia verde”: By SotaLCB2416 – Own work, CC BY-SA 4.0

Dieci anni dopo l’inizio del progetto, si è rilevato che il rimboscamento procede ma con un ritmo lento: è stata realizzata soltanto al 15%, principalmente in Senegal ed Etiopia, dove finora la superficie tornata verde raggiunge i 55.000 ettari e l’altezza degli alberi è ormai di circa 2 metri. La desertificazione è stata arginata ed è migliorato lo sviluppo socio-economico delle comunità locali grazie alla creazione di nuove attività redditizie.

In Nigeria, il programma ha portato alla creazione di 20mila nuovi posti di lavoro. Un grande alleato è l’acacia, le cui fronde ampie concedono molta ombra, e le cui radici trattengono più acqua rispetto ad altri alberi, contribuendo in modo decisivo all’umidità del terreno; ma a fare la differenza è stato anche il recupero di piante e coltivazione autoctone, e l’adozione di tecniche agricole adeguate.

 Il “muro” sta generando una nuova economia dando lavoro ben retribuito (giustamente) e, fermando la desertificazione, ha impedito l’espatrio di tante persone, oltre a portare grandi benefici in campo ambientale.

Le colture presenti all’interno delle aree verdi sono le più varie: insalata, melanzane, peperoni, arance, cocomeri. Una manna per le comunità locali, che hanno visto l’intervento della cooperazione internazionale, fondamentale per favorire il rinnovamento delle tecniche agricole e il recupero delle coltivazioni autoctone.

La Banca Mondiale

Il progetto è finanziato e sostenuto dalla Banca Mondiale, dalle Nazioni Unite, dalla Conferenza sul clima che si è tenuto a Parigi nel 2015, e dall’Unione Europea.

La Banca Mondiale opera attraverso prestiti ed assistenza tecnica.

L’Associazione Internazionale di Sviluppo (IDA) – istituzione della Banca Mondiale, concede prestiti a tasso agevolato esclusivamente ai paesi più poveri ed è finanziata attraverso i contributi dei governi dei paesi membri più ricchi.

Ciò detto in sintesi, serve una grande campagna di stampa per informare i Cittadini e svegliare le menti.

Una campagna di stampa che periodicamente verifichi:

  • l’avanzamento del progetto;
  • i prestiti erogati dalla banca Mondiale;
  • i paesi finanziati (virtuosi?);
  • i contributi dei Paesi più ricchi;
  • i contributi dell’Italia;
  • i contributi dell’Unione Europea;

e  spinga  per velocizzare al massimo il progetto tramite adeguati finanziamenti.

Una campagna martellante e continua per onorare l’art. 21 della Costituzione Italiana.

Discutiamone!

Libero Montesi Federazione PSI Forlì

Condividi l'articolo!