Cari compagni il 21 giugno alle ore 19 all’ospedale Morgagni-Pierantoni cessava di battere il generoso cuore del compagno Ottorino Bartolini. Le esequie si svolgeranno nella giornata di lunedì 24 giugno alle ore 15.30 presso la chiesa di San Paolo in via Pistocchi 19.

Neo Bertaccini

La scomparsa di Ottorino Bartolini

È scomparso per arresto cardiocircolatorio Ottorino (Rino) Bartolini all’ospedale Pierantoni di Forli nel tardo pomeriggio di venerdì 21 giugno. Aveva 86 anni.

Socialista, dirigente e militante del Psi fin dalla giovinezza, era stato segretario provinciale del Psi, componente del comitato centrale, consigliere regionale, presidente del Consiglio regionale fra il 1980 e il 1982.  Proprio in Regione aveva intrapreso forti iniziative sulla memoria storica e l’identità culturale dei territori. Originario di Cesena si era poi trasferito a Forli con la famiglia.

Del periodo della sua militanza politica ne aveva scritto nel suo libro “Quel Garofano Rosso” nel 1994 e della sua giovinezza nel romanzo “I ragazzi del Campino” nel 1996.

Era stato anche dirigente cooperativo. Autonomista socialista sulle posizioni di Pietro Nenni aveva anche svolto una notevole attività saggistica e pubblicistica su temi di storia politica, letteraria e locale. Autore di oltre 50 pubblicazioni.

Nel 1971 aveva partecipato alla fondazione dell’Associazione Italiana Cultura e Sport e tuttora era responsabile della sua commissione culturale in ambito interprovinciale.

Convinto romagnolista era anche federalista europeo militante del Mfe a Forli dove in passato era stato per qualche anno presidente della sezione. Impegnato nelle lotte internazionaliste era stato presidente del Comitato Italia-Cile di Forli in favore degli esuli politici cileni dopo il golpe del 9 settembre 1973 e della lotta del popolo afgano contro l’intervento sovietico nel 1979.

Coerente, onesto, orgoglioso apparteneva alla politica del Novecento nel quale l’ideale era al di sopra dei calcoli personali. Era riuscito a mantenere un profilo incontaminato di politico senza pettegolezzi o scandali. Un altro tempo.

Bartolini lascia la moglie Anna Pedrelli, la figlia, il figlio e le loro famiglie coi nipoti. I funerali avranno luogo lunedì 24 giugno alle ore 15.30 alla chiesa di San Paolo a Forli in via Pistocchi 19.

Pietro Caruso

Ottorino Bartolini ci ha lasciato

Ho conosciuto Ottorino Bartolini alla fine degli anni ’60, quando era Segretario della Federazione forlivese del PSI.

Fu lui, assieme all’allora Presidente della Provincia di Forlì, Luciano Galeotti, che mi chiamò per collaborare alla redazione de “Il Risveglio”, il mensile del PSI forlivese, e, anche, a seguire il settore degli Enti locali, come Funzionario del Partito Socialista Italiano.

Ricordo il nostro primo colloquio, quando mi chiese quale fosse il mio stipendio, per offrirmi, subito dopo, una cifra inferiore.

Avrei accettato anche per meno, pur di avviare quel nuovo impegno che avrebbe segnato la mia vita.

Il dinamismo di Bartolini, accelerò di molto la mia formazione quale Direttore del Risveglio e responsabile degli Enti locali.

Con lui alla Segreteria non c’era un momento di sosta: la sua teoria delle “bandierine”, da porre in ogni singola realtà provinciale, a testimonianza della presenza dei Socialisti, e il “più uno”, da perseguire sempre, sia nei risultati elettorali che nel numero degli iscritti, non lasciava scampo: correre, correre, correre.

Ed era bello farlo, celebrando ogni positivo risultato con manifestazioni pubbliche a gratificazione di tutti i compagni e a testimonianza della presenza dei Socialisti nel nostro territorio.

Il suo curriculum ci dice che è stato, oltre a Segretario provinciale del PSI, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Forlì, componente dell’ANPI, primo Presidente provinciale dell’Associazione Italiana Cultura e Sport (AICS), Segretario regionale del Movimento Federalista Europeo, Presidente dell’Associazione culturale “Memoria e Ricerca” e Presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna nella terza Legislatura.

Ma Ottorino Bartolini è stato anche, oltre a tutto questo, un attento ricercatore della Storia locale, con oltre 20 pubblicazioni, incentrate sulla cultura politica, su personaggi e su vicende che hanno segnato la nostra realtà.

Di lui, della sua straordinaria presenza nella vita politica, culturale e istituzionale forlivese e regionale, dovranno ora occuparsi i giovani studenti e i ricercatori, amanti della Storia locale, per far sì che il patrimonio di libertà, di impegno, di dedizione al bene comune, da lui profuso in tutta la sua vita, non sia disperso e trovi, invece, la sua giusta collocazione tra coloro che ci hanno preceduto e a cui, tutti, noi, dobbiamo profonda riconoscenza.

Personalmente, con la sua perdita, io ho perso un compagno, un amico, un fratello maggiore, una guida, un Maestro di vita e d’azione politica.

Alla sua cara e amata famiglia un abbraccio forte e un invito: siate, sempre e per sempre, orgogliosi di lui!

Alessandro Guidi

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